Alla fine degli anni sessanta, Mario Scardovi intraprese l’attività di pirotecnico. Il mondo dello Spettacolo lo aveva già conosciuto parecchi anni prima, frequentando un corso per cineoperatori presso gli studi di Cinecittà. In seguito partecipò alla realizzazione di alcuni film, prima come cineoperatore, poi come direttore della fotografia. Lasciata Roma, intraprese nella sua Bologna una nuova attività in forte espansione; l’istruttore di scuola guida. Abbandonata a sua volta l’attività di istruttore, trovò nuovi stimoli nella pirotecnia. Il lavoro procedeva molto bene, con crescente interesse da parte sua e crescenti consensi dalla clientela.
All’età di otto anni, il figlio Stefano cominciò a muovere i primi passi nel mondo dei Fuochi artificiali, a distinguere una Farfalla da un Serpentello e ad apprezzare i colpi tonanti.
Stefano si diploma a metà degli anni novanta come perito meccanico e intraprende l’attività di progettista di macchine automatiche: questa esperienza diverrà molto preziosa nello studio di nuove attrezzature applicate alla pirotecnica. Con il trascorrere degli anni, anche lui si appassiona sempre più ai fuochi d’artificio e all’inizio del nuovo millennio avvia la “Scardovi Stefano Pirotecnia”, ennesima sfida di famiglia nell’attività imprenditoriale.